Un grande missionario piceno, BASILIO MASSARI (1870 - 1945), una vita per la Birmania.
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- Categoria: Biografie Illustri
- Ultima modifica il Sabato, 20 Aprile 2013 15:27
- Scritto da Franco Regi
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- Un grande missionario piceno, BASILIO MASSARI (1870 - 1945), una vita per la Birmania.
- Sull'attività missionaria
- Esempi illuminanti.
- Dalla Birmania con (vero) amore
- Qualche curiosità
- I Prè
- Apostolato eroico: mons. Tornatore.
- I rapporti con la nostra diocesi
- Iadò
- La festa cattolica dei monti
- Momenti di gioia...
- ... «Ma evvi anche la nota triste».
- Miracolo in «lebbroseria»
- Nel resto del mondo impazza la 2" guerra mondiale
- Tutto per tutti.
- Il Missionario, ALLA FINE
- Note
- Opere citate nel testo.
- Tutte le pagine
Esempi illuminanti
Daniele Comboni, che moriva qualche anno dopo la nascita del Massari, aveva lasciato il segno con le sue grandi intuizioni e realizzazioni, anche se le sue idee avrebbero dovuto attendere molti e molti decenni, prima di essere (ma lo sono ancora?) comprese appieno: il suo Salvare l'Africa con l'Africa non era uno slogan, ma un «Piano per la rigenerazione dell'Africa», con la lotta allo sfruttamento e allo schiavismo, con la promozione della cultura e del lavoro, con l'affrancamento dal colonialismo; un progetto al di sopra degli interventi delle singole Nazioni e degli interessamenti dei singoli Ordini religiosi: un'Africa autosufficiente, perla splendente, nigricans margarita5 e padrona di se stessa.
Al tempo dei conquistadores ('500), quando la penetrazione in territori appena scoperti era improntata a conquista armata, sfruttamento e sopraffazione, Bartolomeo Las Casas dovette affrontare da solo il colosso spagnolo per proporre, inascoltato, una diversa visione delle cose6.
Egli riteneva giusto rispettare la libertà e le proprietà degli Indios dell'America centrale, dichiarando perfino che essi erano scusabili dell'uccisione di alcuni missionari, a causa dei massacri perpetrati dai cattolici spagnoli; ripudiava i metodi seguiti dagli altri missionari, le conversioni forzate, i battesimi di massa, sosteneva che gli indigeni avevano pari diritti e pari dignità rispetto agli europei ed avevano ragione ad opporsi alle invasioni. Inoltre, circa le conversioni, predicava che i cristiani dovevano mostrarsi veramente degni di tal nome.
Las Casas fu contrastato e perseguitato, con l'accusa di essere più d'accordo con gli infedeli che con gli Spagnoli.
Rara avis, per non dire unica, di quell'epoca.