Montalto, nostro bene comune.

Un grande missionario piceno, BASILIO MASSARI (1870 - 1945), una vita per la Birmania.

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

Esempi illuminanti

Daniele Comboni, che moriva qual­che anno dopo la nascita del Massari, aveva lasciato il segno con le sue grandi intuizioni e realizzazioni, anche se le sue idee avrebbero dovuto attendere molti e molti decenni, prima di essere (ma lo sono ancora?) comprese appieno: il suo Salvare l'Africa con l'Africa non era uno slogan, ma un «Piano per la rigenerazio­ne dell'Africa», con la lotta allo sfrutta­mento e allo schiavismo, con la promo­zione della cultura e del lavoro, con l'af­francamento dal colonialismo; un pro­getto al di sopra degli interventi delle singole Nazioni e degli interessamenti dei singoli Ordini religiosi: un'Africa autosufficiente, perla splendente, nigricans margaritae padrona di se stessa.

Al tempo dei conquistadores ('500), quando la penetrazione in territori appena scoperti era improntata a conquista armata, sfruttamento e sopraf­fazione, Bartolomeo Las Casas dovette affrontare da solo il colosso spa­gnolo per proporre, inascoltato, una diversa visione delle cose6.

Egli riteneva giusto rispettare la libertà e le proprietà degli Indios dell'America centrale, dichiarando perfino che essi erano scusabili dell'uc­cisione di alcuni missionari, a causa dei massacri perpetrati dai cattolici spagnoli; ripudiava i metodi seguiti dagli altri missionari, le conversioni forzate, i battesimi di massa, sosteneva che gli indigeni avevano pari dirit­ti e pari dignità rispetto agli europei ed avevano ragione ad opporsi alle invasioni. Inoltre, circa le conversioni, predicava che i cristiani dovevano mostrarsi veramente degni di tal nome.

Las Casas fu contrastato e perseguitato, con l'accusa di essere più d'ac­cordo con gli infedeli che con gli Spagnoli.

Rara avis, per non dire unica, di quell'epoca.

Share

JoomSpirit