Montalto, nostro bene comune.

Un grande missionario piceno, BASILIO MASSARI (1870 - 1945), una vita per la Birmania.

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I rapporti con la nostra diocesi

Attraverso il Bollettino La Diocesi di Sisto V e in seguito il Foglietto Diocesano di Montalto e Ripatransone, Basilio Massari cerca di avvicinare i let­tori, gli amici e i sacerdoti alle missioni; e così tiene informati con le molte sue lettere i buoni cristiani delle due diocesi sulla situazione delle terre in cui opera.

Il buon vescovo Luigi Ferri lo raccomanda sempre alla pietà popolare, affin­ché sia generosa nel sostenerlo, dando egli stesso per primo l'esempio.

Veramente, la popolazione delle nostre diocesi era di per sé molto sensibile alla causa missionaria, certamente anche a motivo del fascino suscitato dalla mistica figura di Maria Assunta Pallotta di Force, morta giovanissima nel 1906 in Cina ed ora santa10: per alcuni anni, quindi, due nostri condiocesani opera­rono contemporaneamente con somma dedizione nell'Asia estrema.

Non so se i due si siano mai conosciuti, ma i nostri fedeli ne avevano buona conoscenza, di persona o per fama, e partecipavano sempre con generosità sia alle varie «Giornate missionarie» sia agli appelli, alle gare, alle iniziative propo­ste 11 altrettanta sensibilità dimostravano le Commissioni diocesane e l'Unione Missionaria del Clero, tanto che don Giacomo Scalabroni, allora direttore delle Opere Pontificie Missionarie in Montalto, poteva annunciare che nel 1928 la diocesi aveva meritato il primo posto fra tutte le diocesi d'Italia per lo slancio dei fedeli nell'annuale contributo12.

A queste offerte per le Missioni in generale si aggiungevano quelle specifiche per il Padre Massari, particolarmente inviate dai suoi amici personali, dagli ex compagni del Seminario di Montalto13 ed anche dai parroci e da privati delle due diocesi, sempre stimolati dal vescovo Ferri.

Ma era una goccia d'acqua in un oceano!

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