“Era di giusta statura, d’avvenente e venerando aspetto, e niente gli mancava di quel che Natura comparte e chi vuol distinguere per farlo colla leggiadria del tratto e colla giovialità e garbo del sembiante universalmente amare”.
Così Lione Pascoli [1], che lo conobbe, personalmente, descrive Giuseppe Ghezzi.