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Nugae – Parte IV, Riflessioni e ricordi di un vecchio emigrato.

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Per salutare...

Dopo più di vent'anni di lavoro all'estero ritornammo, io e la mia compagna, in Italia.

Il periodo di vacanze passò rapidamente tra visite a parenti e amici.

Non so perché tutti si preoccupavano di tenerci occupati e ci portavano di qua e di là a visitare questa o quella meta turistica, esattamente come fanno tutti i turisti, dimenticando che noi eravamo italiani, nati e vissuti in Italia. Ma era impossibile rifiutare tante attenzioni.

In una di queste gite visitammo una basilica con relativo monastero, molto famosa nel mondo cristiano. Naturalmente, essendo nato in quella regione, io la conoscevo. L'avevo visitata più volte da piccolo, ma erano trascorsi tanti anni!

I locali del santuario erano colmi di turisti di tutte le nazionalità. E c'erano tante cose da vedere, ognuna d'esse legata a una leggenda.

Tutto molto fantasioso e interessante.

Io rimasi particolarmente colpito da un dipinto di grandi dimensioni che, su una parete, attraeva gli sguardi per lo splendore del fondo. Un fondo d'oro, molto luminoso, anche per la sapiente disposizione delle lampade che l'illuminavano. Una cosa bellissima a vedersi. E rimasi fermo a guardare tutta quella luce d'oro per un tempo, finché mi sentii chiamare per continuare il percorso.

In quel preciso istante passavano accanto a me due frati, camminando lentamente.

-Sono venuto per salutare i pellegrini, diceva uno dei due all'altro, che rimaneva silenzioso, con la faccia seria.

-Solo per salutare. -Per salutare- ripeteva uno dei due.

Troppo facile intuire che c'era stata una disubbidienza e colui che parlava si scusava per essere venuto tra tutta quella gente, cosa che può risultare molto grata a che fa vita solitaria. L'altro, con la faccia seria, lo riaccompagnava fuori dalla folla. Quelle brevi frasi mi distrassero.

Ora, tutta quella luce, tutto quell'oro del dipinto che mi aveva affascinato mi sembrava un po' meno splendido!

Avevo ascoltato due santi uomini che si comportavano come uomini...come noi.

Erano confratelli ed uno di loro era stato umiliato e allora che importanza aveva ciò che si prova per un dipinto, anche se molto bello!

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