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Nugae – Parte IV, Riflessioni e ricordi di un vecchio emigrato.

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Danni di guerra.

Noi, vecchi emigrati, possiamo legger oggi e quotidianamente giornali italiani.

Sulla pagina semi-letteraria (ha per fine la pubblicità dei libri) ho letto un breve commento al "libretto" di Catullo. Nella mia piccola biblioteca ho ancora un vecchio "Carmina selecta" che risale all'epoca del liceo e, sfogliandolo, ho letto alcuni versi i cui frammenti ricordavo:

Lesbia... passer meae puellae...ebrioso acino...multa per gentes advenio frater...

Iocundum mihi proponis amorem...

Erano anni di guerra e del primo dopoguerra quando studiavo queste cose. Erano anni molto giovani per noi ed era raro avere bravi professori, impegnati al fronte o dedicati anche ad altre attività per sbarcare il lunario, in quegli anni miserevoli.

Catullo ha scritto cose belle e noi ne abbiamo conosciute poche e male. E dal giornale ho appreso anche cose che non sapevo.

E quindi la nostra generazione ha perso anni e saperi importante perché poi, all'università, non si ha più tempo e voglia d'intrattenersi con il latino.

Cose così bisogna studiarle al liceo, negli anni giovani. E troppi di quegli anni sono stati anni di fame e di morte.

E anche questi non sono "danni di guerra?"

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