Montalto, nostro bene comune.

Spinelli Nicola

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NICOLA SPINELLI

Non abbiamo dimenticato il proposito di ricordare ai lettori i numerosi concittadini Caduti per la Patria in tutte le guerre. Eccoci in questa settimana a rievocare la fulgida figura del Capitano Pilota NICOLA SPINELLI, valoroso ufficiale e coraggioso combattente.


Molti di noi lo hanno conosciuto: i giovani che non possono dire altrettanto imparino a conoscerlo attraverso queste povere e disadorne parole per ispirarsi ai suoi esempi e per ricopiarne le virtù. Egli fu sempre pronto a rispondere alla Patria che chiamava, a compiere il suo dovere senza contestazioni e fino al supremo sacrificio.
Nel rievocarne la nobile figura noi riviviamo tutti i suoi atti di valore, che lo elevarono al rango degli eroi. A lui la nostra ammirazione e il nostro più vivo ricordo.

Nicola Spinelli nacque a Patrignone il 9 luglio 1909 da Vincenzo e da Costantini Vincenza, in una famiglia veramente cristiana, una delle prime dell'ambiente patrignonese. Fu battezzato due giorni dopo ed i suoi padrini furono Luigi e Giuseppina Girolami.

Frequentò le elementari a Patrignone e la sua spiccata intelligenza lo fece brillantemente proseguire fino al Politecnico di Torino, dove portò a termine i suoi studi.

Chiamato alle armi in servizio di leva nell'Aeronautica, conseguì il brevetto di pilota e si congedò col grado di Sottotenente Pilota di complemento. Fu quindi assunto dalla FIAT, che lo destinò allo stabilimento Mirafiori, Reparto Progettazioni.

Scoppiata la guerra 1935-36, fu inviato in Africa Orientale come pilota e per merito di guerra ottenne il passaggio in servizio permanente effettivo nell'Aeronautica.

Fin da allora dimostrò la sua tempra adamantina, perché per il suo comportamento fu decorato di medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione:

« Capo equipaggio di apparecchio da bombardamento, durante un, importante aspro ciclo di operazioni aeree sull'altopiano intese a dar vita a presidi e colonne isolate per le piogge e la impraticabilità delle strade e continuamente attaccate dai ribelli, si prodigava con abnegazione e dedizione in numerosissimi voli attraverso condizioni atmosferiche pessime in terreni infidi per natura e per l'azione contraerea avversaria, dimostrando ottime doti di altruismo, abnegazione e sprezzo del pericolo.
Ciclo dello Scioa - apr. sett.1936».

Nella seconda guerra mondiale il Capitano Spinelli conferrmò pienamente il suo coraggio, il suo ardimento, il suo valore. Dal ritaglio di un settimanale ascolano dell'epoca che abbiamo potuto rintracciare apprendiamo che egli, all'appello della Patria, raggiunse subito il suo posto di combattimento, già ufficiale in s.p.e.; e «imbarcato in qualità di ricognitore, assolse ampiamente e coraggiosamente il suo compito che si riassume: quattro combattimenti aerei, ventitre missioni di guerra, quindici bombardamenti aerei. Per tutto ciò fu proposto per la concessione della medaglia di argento al valor militare, e per una croce al valor militare.

Promosso capitano, fu assegnato al comando di una squadriglia di aerosiluranti. Alla vigilia di lasciare la vita di bordo per raggiungere la nuova destinazione partiva ancora per una missione di guerra; fu l'ultima; perchè in quel giorno (13 gennaio 1942 - N.d.R.) Spinelli, nel sacrificio supremo, offriva alla Patria la sua giovane vita ».

Il suo eroismo e il suo valore sono efficacemente sottolineati dalla motivazione con la quale gli fu concessa la medaglia d'argento al valor militare:

«Pilota di idrovolante imbarcato su Incrociatore si faceva catapultare per la ricerca di una formazione navale nemica comprendente una portaerei.
Avvistata la formazione, si manteneva arditamente in volo per 45 minuti nel cielo delle forze nemiche e, sfidando con coraggio ed audacia la caccia avversaria, trasmetteva precise informazioni sull'ubicazione e la composizione delle unità ».

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