Montalto, nostro bene comune.

Amadio Giovanni

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giovanni amadio

Amadio Giovanni - Medaglia d'oro

Amadio Giovanni, figlio del prof. Achille e di Diana D'Amario, nacque il 15 ottobre 1890 a Controguerra (Teramo), presso i nonni materni, pur essendo la famiglia Amadio domiciliata a Montalto. Frequentò il corso degli studi in Ascoli Piceno, dove conseguì il diploma di ragioneria. Studiò diritto amministrativo per proprio conto e nel 1912 si presentò agli esami per il conseguimento della patente di Segretario Comunale presso la Prefettura, secondo classificato su quaranta concorrenti. Vinse parecchi concorsi ed allo scoppio della guerra trovavasi a Chiaramonti (Sardegna), dove disimpegnava le mansioni, di Segretario Capo.(1)

Trascriviamo dal volume «Gli Amadio di Patrignone» (Montalto, Tip. «Sisto V», 1931) del prof. D. Giulio Amadio quanto questi riporta da «II Giornale di Ascoli» del 13 settembre 1923 sul nostro Eroe:

«Doveva emigrare nel Congo Belga, quando la Patria chiamò i suoi figli a raccolta. Si arruolò volontario e prese parte, come semplice soldato, a diverse azioni belliche col 17° Regg. Fanteria. Successivamente frequentò il Corso Allievi Ufficiali; nominato aspirante, ebbe il comando di una sezione pistola-mitragliatrici. Nel combattimento del 19 maggio 1917 a Hudi-Log fu decorato della medaglia di bronzo al valor militare.

«Morì il 19 agosto dello stesso anno e venne nuovamente decorato di medaglia d'argento al valor militare commutata in medaglia d'oro. Eccone la motivazione fulgidissima:

Amadio Giovanni di Achille da Montalto Marche (Ascoli Piceno) sottotenente 17° Regg. Fanteria. In commutazione della medaglia d'argento conferita alla memoria di lui con decreto luogotenenziale 1 agosto 1918. Comandante di una sezione mitragliatrici, uscì per primo dalla trincea all'attacco delle posizioni avversarie, dimostrando slancio e coraggio ammirevoli, sotto il violento fuoco di sbarramento e tra le raffiche di fucileria e mitragliatrici nemiche. Giunto, con i suoi uomini, sotto i reticolati avversari e trovatili pressoché intatti, benché fatto segno a preciso tiro, noncurante del pericolo, si accinse per ben tre volte a aprirvi un varco. Riuscitovi, dopo grandi sforzi, mentre si slanciava all'assalto trascinando con l'esempio i pochi uomini rimastigli, venne mortalmente ferito. Morì poco dopo, contento di aver visto i suoi soldati penetrare nella linea avversaria, ed esclamando: La vittoria è nostra! Avanti sempre! Viva l'Italia! Pod-Koriti,
19 agosto 1917.

«Tutte le bandiere del Piceno s'inchinarono reverenti dinanzi alla fulgida, eroica sua figura, e l'imperituro ricordo di Giovanni Amadio, volontario di guerra ed Eroe tra gli Eroi, resterà eternamente scolpito nel cuore di tutti gli italiani».

E D. Giulio Amadio continua:

«II Ten. Col. De Angelis scrive a sua volta nell'opuscolo già citato («Avanti, o Giovanni!» - Offida, Tip. De Sanctis, 1929 - N. d. R.): «Di Giovanni Amadio, cui ero legato, oltre che dai vincoli di cameratismo, da sincera ed affettuosa amicizia, ricordo i tempi passati insieme nel 17° Reggimento Fanteria, del quale anche fecero parte gli altri suoi fratelli: Luigi, Clemente, Pietro, valorosa squadra di veri e forti campioni di italianità, saviamente educati ai più alti sensi di amore alla patria da quella integerrima figura di patriota , che fu il compianto prof. Amadio Achille e dalla nobile e invitta mamma di essi, Dianella, sul petto della quale vediamo brillare quella Medaglia d'Oro, suprema onorificienza al valor militare decretata alla memoria del figliuolo Giovanni.
«Questi, buono, disciplinatissimo, modesto e semplice, viveva come un fratello fra i suoi soldati, che affettuosamente l'amavano.

Partecipò sempre, e talora in condizioni di salute men buone, a tutte le azioni del Reggimento dal Maggio 1915 all'agosto 1917.

Lo ricordo ai combattimenti del Maggio 1917 nei pressi di Castagnevizza, allorché un giorno, appena avvertito che in una caverna nei pressi di Hudi-Log si era asserragliato un reparto austriaco, senza por tempo in mezzo, con bombe a mano e con pochi uomini rimastigli della sezione mitragliatrici-pistole, di cui era comandante, arditamente e celermente vi si recò, riuscendo a catturare l' intero reparto.

Si ebbe la Medaglia di Bronzo al Valor Militare perché:

Comandante di una pattuglia di arditi, costrinse alla resa, con abile stratagemma un centinaio di nemici, riportando utili ed esatte informazioni, che permisero di catturare altri prigionieri. Hudi Log, 25 Maggio 1917.

Lo rividi l'ultima volta nei pressi di Fogliano pochi giorni prima dell'inizio dei combattimenti di Agosto dello stesso anno, durante i quali alla Brigata Acqui fu assegnato il settore di Castegnevizza.

Il 17° Fanteria operava sul fronte di Pod-Koriti e quivi l'Amadio Giovanni, col sacrificio della sua vita, incise, per
il 17° Reggimento, una delle più belle pagine di storia legando, con la Medaglia d'Oro decretatagli, il suo glorioso
nome negli annali del Reggimento.

Scrìve ancora D. Giulio Amadio: «Togliamo dal Giornale d'Italia del 24 maggio 1928 la seguente rievocazione: «Viene da Hudi Log con tre medaglie al valore. E' l'agosto terzo. Sole in cielo, fuoco in terra. Il Pod Koriti è già seminato di morti. Il sottotenente Amadio apre lui stesso il varco fra i reticolati mentre dalle tane l'inimico lo saetta. Vili, scopritevi, offritevi anche voi. Una bomba lo ammanta di terra e di pietre. Si rialza. Ditaglia. Ecco, il varco è aperto. All'assalto, finalmente. Savoia! Passa per primo. Amadio e incita e trascina. Ma il fuoco avverso raddoppia, sconvolge, ferma i nostri. Amadio, solo, ritto di là, rugge: Avanti! I fanti, che non son vili, ritornano travolgenti. Una delle mille e mille pallottole, quella che ha il ghigno di chi l'ha mirata, fredda il cuore ed il petto accesi. Cade l'eroe di sicura razza ».

E D. Giulio conclude:

«Certo, compiere tali gesta, e per di più, non nel generale entusiasmo dei combattimenti del giugno 1918, ma tra il diffuso scetticismo che preluse a Caporetto, è eroismo vero.

«Notevole poi la sua appartenenza ai reparti d'assalto, di recente formazione, tanto che erano stati ufficialente riconosciuti a Sdricca di Manzano solo il 29 luglio 1917.

«Patrignone il 23 settembre 1928 dedicò a Giovanni Amadio, Medaglia d'Oro, il Viale dei Tigli, con solenni festeggiamenti, ai quali non mancò neppure l'intervento d'un velivolo dell'Aeroporto di Loreto, recante un nobilissimo messaggio del Comandante Baudoin».

Non vogliamo fare commenti alle pagine che precedono, pur avendone, un vivo desiderio per sottolineare quali erano gli ideali dei giovani di quell'epoca... E chiudiamo, ben lieti di informare i nostri lettori che abbiamo in corso un paziente lavoro per ricordare, sia pure brevemente, tutti i nostri Caduti, anche quelli che non hanno fatto parlare di sé e si sono silenziosamente immolati per la difesa e la grandezza della Patria.

Chiediamo ai nostri lettori di voler ricordare nelle loro preghiere tutti gli Eroi che mani mano verremo rievocando.

ADA (Agostino De Angelis) In: «La Vedetta», A. XVIII, nn. 30, 31, 11.10.1970 - 18.10.1970

(1) NOTA CURIOSA DI UMBERTO GUERRA.
Fu proprio l'allora Sindaco di Chiaramonti (SS) il Sig. Carlo Patatu, che agli inizi degli anni Settanta intitolò una via del suo comune alla Medaglia d'oro Giovanni Amadio, a contattarmi per avere informazioni e documentazione su Giovanni Amadio. Inviai sollecitamente e con piacere ciò che avevo disponibile e lo feci anche con un certo intimo orgoglio per essere anch'io figlio di quella terra generosa. Chissà poi se anche Giovanni Amadio durante la sua permanenza in Sardegna soffriva spesso di nostalgia come capita a me!  In ogni caso ecco come il Sig. Patatu la racconta: La via Capitano Amadio; ma chi era costui?

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